Roma, apre lo sportello per uomini maltrattati: stralci da un articolo de Il Fatto Quotidiano
Volentieri segnaliamo questo articolo pubblicato su Il Fatto Quotidiano a firma di Youssef Taby sull’apertura a Roma di uno sportello per uomini maltrattati. Ne pubblichiamo di seguito alcuni stralci.
5 luglio 2025 - Nel VI Municipio di Roma, l’unico guidato dal centrodestra, è comparso un nuovo sportello d’ascolto. Non per donne vittime di violenza. Non per minori in difficoltà. Ma per “uomini maltrattati”. È già attivo, nei locali del centro commerciale Roma Est che ospitano anche gli uffici anagrafici. L’iniziativa, approvata definitivamente da una delibera della Giunta municipale guidata da Nicola Franco, in quota Fratelli d’Italia, racconta una realtà ribaltata: le donne, si legge nel testo, eserciterebbero violenza psicologica sugli uomini, arrivando a isolarli dai figli, a fare “terra bruciata” tra gli affetti e a perseguitarli con uno stalking “emotivo e silenzioso, ma logorante”.
Il documento adotta come cornice esplicita il concetto di “alienazione parentale”, una teoria ampiamente contestata, che descrive un genitore (spesso la madre) intento a manipolare i figli contro l’altro (di solito il padre). Nella delibera, si legge che “le donne esercitano soprattutto la violenza psicologica sugli uomini, che può sfociare in vera e propria alienazione parentale”, e che lo stalking femminile sarebbe “caparbio e silente”, ma capace di “logorare psicologicamente” la vittima. A scatenare le polemiche è proprio il riferimento all’alienazione parentale: una teoria priva di validazione scientifica, rigettata dal Parlamento europeo, dal Comitato ONU CEDAW e persino dal governo Meloni, che nel Libro Bianco sulla violenza maschile contro le donne l’ha definita espressamente “non scientifica, inaccettabile come argomentazione processuale” e “dannosa per i diritti di donne e minori”.
(…) Dal Campidoglio sono arrivate le condanne. Monica Lucarelli, assessora alle Pari opportunità della giunta Gualtieri, ha parlato di “una delibera pericolosa, una teoria ascientifica, una ferita inferta alle donne”. E ha chiamato in causa direttamente Meloni e Roccella: “Quel Libro Bianco porta la loro firma. Non si può combattere la violenza maschile sulle donne con una mano e colpevolizzare le vittime con l’altra. Serve coerenza. Serve coraggio politico”. Anche la presidente dell’Assemblea capitolina, Svetlana Celli, ha attaccato il provvedimento: “Una delibera assurda, basata su presupposti ideologici e privi di fondamento. Si legittima una narrazione che colpevolizza le vittime e indebolisce le tutele per chi denuncia”.
Anche a livello nazionale non mancano le reazioni. La senatrice dem Cecilia D’Elia parla di “una lettura mistificante, provocatoria e misogina della violenza di genere”, e accusa: “Questo sportello non è una risposta a un bisogno, ma un attacco al lavoro portato avanti contro la cultura del possesso. Ogni tre giorni una donna viene uccisa da un uomo. Su questo terreno non si possono accettare provocazioni ideologiche giocate sulla pelle delle vittime”.
(…) Durissima è anche la posizione delle associazioni che si battono da anni contro la violenza di genere. In un comunicato Differenza Donna parla di “una narrazione mistificatoria, priva di basi scientifiche e intrisa di pregiudizi antifemministi”. Per l’organizzazione, il Municipio VI ha approvato una direttiva fondata su “dati decontestualizzati e non accreditati” e concetti “del tutto privi di validazione scientifica”, come l’alienazione parentale, già rigettata da organismi internazionali come l’Onu e il Parlamento europeo. “Siamo di fronte – scrivono – all’ennesimo tentativo istituzionale di ribaltare la realtà della violenza di genere, mentre le donne continuano a essere uccise, perseguitate e controllate da partner ed ex partner”. Parlare di uomini maltrattati come fenomeno simmetrico, avvertono, “è una falsificazione gravissima” che “mina la credibilità delle donne che denunciano” e alimenta “una cultura del sospetto che ha già prodotto gravi conseguenze nei tribunali”. L’associazione accusa l’amministrazione di voler “relativizzare la violenza maschile sulle donne” attraverso il concetto di “violenza senza genere”, cancellando la dimensione strutturale del patriarcato e minando il lavoro dei centri antiviolenza. E chiude con un appello alle istituzioni democratiche: “Non siate strumenti di campagne negazioniste. Difendete la Convenzione di Istanbul e chi lavora ogni giorno per proteggere le donne”.
L’articolo de Il Fatto Quotidiano è consultabile a questo link.